Educazione Ambientale: l’Orto Didattico a Trevi nel Lazio
A partire dal 2016, con la firma della “Carta dell’educazione ambientale”, approvata in occasione degli Stati generali dell’Ambiente, sono sempre di più le iniziative e i progetti, finanziati dall’Europa e promossi dai vari enti nazionali, regionali e locali, riguardanti l’Educazione Ambientale: uno strumento fondamentale per sensibilizzare i cittadini ad una maggiore responsabilità e attenzione alle tematiche ambientali e di buon governo del territorio.
In questa prospettiva molteplici sono le scuole, anche materne, che negli anni hanno proposto iniziative di EA coerenti con gli impegni espressi nella Carta, tra le quali quella di maggior successo è certamente l’allestimento di orti didattici. Non più solamente libri, quaderni, noiose lezioni di matematica e storia, ma anche “nuovi” strumenti per sporcarsi le mani: una riscoperta della cultura del “fare” al servizio della salvaguardia dell’ambiente, con l’obiettivo di avvicinare le nuove generazioni, anche i più piccini, a tematiche mai così attuali.
Tra gli enti impegnati in questa missione anche il PNR dei Monti Simbruini ha deciso di trasformare un piccolo lotto di terra in una vera e propria “aula a cielo aperto” nella sede del parco a Trevi nel Lazio, nell’ambito del progetto di Servizio Civile Universale “Agricoltura nei parchi del Lazio”.
“Orto Giardino” di Trevi: obiettivi e finalità
Già da qualche anno presso l’Orto Botanico/ Museo delle piante di Trevi si svolge l’attività di EA denominata “Orto Giardino”, un orto didattico in cui, attraverso la teoria e la pratica, i bambini imparano ad osservare la natura, i suoi ritmi, il ciclo delle stagioni, e a raccogliere i frutti di questo lavoro. Tutto all’insegna del gioco e del divertimento. Dopo più di un anno di chiusura causa pandemia da Covid-19, l’attività è ripresa lo scorso agosto con una discreta affluenza.
In una limpida mattinata estiva, 5 volenterosi ed entusiasti bambini hanno dapprima appreso qualche nozione sul territorio, con la sua flora e la sua fauna, e sull’importanza di salvaguardarlo, attraverso presentazioni power point che hanno suscitato interesse e anche stuzzicato la loro fantasia con curiose domande. Poi hanno ascoltato con molta attenzione il divertente racconto fiabesco di “Enrico il lombrico”, una storiella ideata dai primi volontari di Servizio Civile che è ormai diventata una tradizione ed è riuscita a coinvolgerli nel capire le regole fondamentali del rispetto dell’ambiente.
Successivamente i baby ortolani si sono cimentati nell’attività manuale all’aperto, piantando e annaffiando i semi di insalata mista e di fagiolini (che sorprendentemente sopravvivono tuttora grazie all’allestimento di serre provvisorie) all’interno di tre vasconi in legno precedentemente ripuliti dalle erbe infestanti e preparati con del terriccio: in questo modo i bambini sono stati stimolati a sperimentare nuove attitudini, a scoprire un mondo forse a loro sconosciuto prima d’ora, e a fare esperienze sul campo che risultano anche divertenti e rilassanti, oltre che istruttive. Hanno avuto modo anche di apprendere l’arte del riciclo dal momento che gli annaffiatoi sono stati realizzati per l’occasione con l’uso di bottiglie del latte forandone i tappi.
Alla fine dell’attività sono stati regalati loro dei vasetti contenenti alcuni semi piantati, in modo tale che rimanesse loro anche una ricompensa allo stesso tempo materiale e simbolica: hanno imparato la cultura dell’ambiente, il funzionamento di un orto, e vedranno crescere gradualmente il frutto del loro impegno, rappresentato dalla trasformazione di quei semini in piante.
L’orto didattico si rivela anche come un’occasione per fare educazione alimentare e far capire ai più piccoli l’importanza della qualità e della genuinità dei cibi per vivere in salute; inoltre, l’attività fisica all’aperto è un primo passo per responsabilizzare il bambino al suo compito nell’ambito del gruppo di lavoro e, più in generale, all’interno della sua comunità.
L’obiettivo più grande è proprio quello di creare comunità consapevoli e responsabili nei confronti di queste tematiche, e incentivare la trasmissione dei saperi legati alla cultura dei cibi e della salvaguardia dell’ambiente alle nuove generazioni, anche con l’aiuto degli insegnanti, dei genitori e dei produttori locali, garantendo un senso del rispetto del territorio più sviluppato delle generazioni precedenti.
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