Il Servizio Civile Universale lascia il segno.
Una giornata di Conoscenza, di Trasmissione e di Lavoro: CTL!
Parco dei Castelli Romani, anno 2021: Matteo inizia il suo anno di Servizio Civile Universale nel progetto “A piedi e in bici sulle vie della transumanza”.
L’obiettivo del progetto recita così: “individuare nuovi possibili itinerari da percorrere a piedi e/o in bicicletta lungo le vie di transumanza del Lazio”.
Parco dei Castelli Romani, anno 2022: Giusi e Vittorio iniziano il loro anno di Servizio Civile Universale nel progetto ”Le vie della Transumanza del Lazio”.
Parco dei Castelli Romani, anno 2023: io ed Elia iniziamo il nostro anno di Servizio Civile Universale nel progetto “Cammini e transumanza: camminare per conoscere”.
Tre anni e tre diciture diverse per indicare uno stesso progetto, inserito all’interno del programma “SalvaguardiAMO l’ambiente” e sposato da più Aree naturali protette della Regione Lazio.
La vicenda che sto per condividere con voi lettori si svolge, come avrete già capito, nell’area protetta del Parco dei Castelli Romani e ha come protagonisti 5 operatori volontari: Matteo, il precursore, Giusi e Vittorio, degni successori, sino ad arrivare ai tempi contemporanei con le new entries Elia e Benedetta.
Noi ragazzi non saremmo nulla senza gli altri (e principali) protagonisti di questa storia: i nostri Olp, i Guardiaparco Emanuele e Sandra.
Era l’anno di Matteo. Lo scopo iniziale del progetto era quello di reperire più informazioni possibili, di carattere storico, antropico e sociologico, dagli attuali protagonisti dell’antica pratica rurale della transumanza.
Poi arrivavano Giusi e Vittorio. In corso d’opera l’idea originaria si stava via via trasformando e arricchendo in quella di voler ripercorrere la fitta rete di tratturi che consentiva gli spostamenti di bestiame all’interno di tutto il territorio regionale.
I vari tasselli ricavati dai ragazzi tramite un’intensa attività di ricerca, studio e collaborazioni si sono incastrati come in un puzzle, e, una volta riportati su carta, hanno permesso di realizzare quello che oggi si chiama: il “Cammino della Transumanza Laziale”.
Quello che io e Elia abbiamo davanti e tocchiamo con mano è proprio il lavoro di questi 3 ragazzi (e dei Guardiaparco, ovviamente). Lavoro fatto di sopralluoghi sul campo, ricerche, ascolto di testimonianze, e ancora ricerche; il tutto confluito in un Cammino, ad anello, con tappe tracciate una ad una e con la pubblicazione di una guida cartacea con l’idea di volervi racchiudere dentro tutti gli studi e gli sforzi compiuti nell’arco di due anni.
Non se lo aspettavano neppure loro, ma oggi quello che c’è e che ci siamo trovate io ed Elia è un Cammino con due tracciati: quello “blu” di 250 chilometri e tredici tappe e quello “arancione”, di quasi 150 chilometri e otto tappe.
Un Cammino che lega quattro aree naturali protette: il Parco dei Castelli Romani, il Parco dell’Appia Antica, il Parco dei Monti Lucretili e il Parco dei Monti Simbruini.
Ma perché sono partita da così lontano e vi sto parlando di ragazzi che, ormai, hanno terminato il loro anno di Servizio Civile e chissà dove sono finiti e che cosa stanno facendo nelle loro vite?
Dei tre so, per sentito dire, che c’è chi si è trasferito a Trento, chi sta terminando gli studi universitari e chi è diventato guida ambientale escursionistica AIGAE.
Eppure una cosa li lega.
Era un giorno in mezzo alla settimana, precisamente lo scorso Giovedì 26 Ottobre.
Giusi Vittorio e Matteo si sono sentiti, organizzati e dati un appuntamento per rincontrarsi.
Per farlo non hanno scelto una location qualunque, una banale pizzeria o un pub qualsiasi, ma si sono rincontrati proprio lì, su quello che è il frutto, tangibile, del loro lavoro.
Hanno deciso di rivedersi sul CTL (Cammino della Transumanza Laziale) e segnarlo insieme a noi.
In questi mesi di Servizio Civile io ed Elia, infatti, siamo settimanalmente impegnate in uscite sul campo per apporre la segnaletica orizzontale sul tracciato, con vernici bianche e rosse a base di acqua, e per appuntare sul taccuino la segnaletica verticale necessaria, composta da paline, pali e frecce, che sarà realizzata in un secondo momento (dagli operai dei Parco).
Quello che è accaduto nella giornata di Giovedì non ci ha lasciate indifferenti e non abbiamo avuto una percezione tanto diversa da quella che può suscitare una “riunione di famiglia”.
La percezione è stata come se la famiglia si fosse allargata con l’arrivo di altre 2 volontarie e fosse doveroso accoglierle e festeggiare.
È stata una giornata di Conoscenza, di Trasmissione, e di Lavoro!
Ci hanno raccontato di loro e del loro anno da volontari e hanno lavorato con noi sulla segnatura del Cammino.
Non mi sbilancio nel dire, già, che questo momento sarà conservato, di qui in avanti, come uno dei momenti più ricchi e pieni di significato di questa esperienza, e, su questo, Elia è pienamente d’accordo con me.
A soli 2 mesi dall’inizio del nostro anno di progetto, grazie a Vittorio Giusi e Matteo e ai nostri OLP, abbiamo già capito un aspetto importante, se non il più importante, di cosa fa il Servizio Civile: lascia il segno!
Benedetta Mancini
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