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Alla scoperta dell’Emissario di Nemi: tra storia, natura e biodiversità

Il 20 Ottobre abbiamo preso parte ad un’esperienza davvero unica all’interno dell’antico Emissario del Lago di Nemi. Equipaggiati con caschi, torce e stivali, abbiamo esplorato un percorso sotterraneo di 1600 metri, scavato a mano oltre 2400 anni fa. Questo tour, che si svolge da vent’anni e attira sempre molti appassionati, è speciale per il suo fascino misterioso e per l’incredibile storia di ingegneria antica che racchiude.

I Guardiaparco Stefano, Debora e Francesca ci hanno raccontato come questo cunicolo, costruito tra il IV e il V secolo a.C. dalle popolazioni latine, venne scavato a mano dai “Fossores”, schiavi addetti allo scavo delle tombe, con strumenti rudimentali come la “dolabella”. L’obiettivo era creare un canale per abbassare il livello del lago, irrigare la piana di Vallericcia e preservare il tempio di Diana Nemorense dagli allagamenti. L’impresa è stata così straordinaria che si dice che gli Aricini, insieme ai Nemorensi, abbiano richiesto l’aiuto delle maestranze etrusche, abili in opere ingegneristiche.

L’aspetto più sorprendente è stato scoprire che il cunicolo venne scavato partendo da due estremità opposte, e le squadre si incontrarono con un errore di soli 3 metri, nonostante l’assenza di strumenti moderni di misurazione! Ci siamo fermati ad osservare la differenza tra i tratti scavati dai Nemorensi, che trovarono un terreno più morbido di lapillo, e quelli degli Aricini, che si imbatterono nel basalto, una roccia durissima. Per questo motivo, la parte del percorso degli Aricini è più bassa e angusta, mentre quella dei Nemorensi è percorribile quasi in piedi.

Inoltre, è stato affascinante scoprire che questo cunicolo oggi ospita una piccola ma importante colonia di pipistrelli, in particolare la specie dei Rinolofidi, i quali si stanno preparando all’ibernazione e proprio per preservare questo delicato processo, il parco provvede alla chiusura dell’emissario da ottobre/novembre fino alla primavera. Vederli ci ha ricordato quanto anche gli habitat meno visibili siano preziosi e quanto sia fondamentale proteggerli. Ci sentiamo parte di un progetto che punta a mantenere in equilibrio storia e natura, a tutela della biodiversità e della nostra eredità culturale.

Questa esperienza ci ha fatto sentire parte di qualcosa di speciale. Conoscere per proteggere e valorizzare il Parco dei Castelli Romani è un impegno che ci motiva ogni giorno, e vivere momenti come questo ci ricorda quanto sia importante farlo per il presente e per il futuro. Essere qui oggi significa toccare con mano la storia e il valore naturale di questo territorio, e siamo felici di poterlo condividere con voi.

Riccardo Cuccioletta & Elisa Gizzi

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